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Politica

Il movimento www.beppegrillo.it

Ciao a tutti,

un breve articolo solo per dirvi che ieri l’altro ero a Milano al teatro Smeraldo alla fondazione del movimento promosso da Beppe Grillo.

Prima volta in vita mia che partecipo a qualcosa di simile anche perché a volte prendere posizione può sembrare temerario, soprattutto in Italia.

Io volevo solo dire che apprezzo l’impegno civile di tutti coloro che si dedicano alla politica e che lo fanno principalmente con lo spirito di servizio. Grillo ha dato questo messaggio ed ha sottolineato come la novità di questo movimento stia nella comunicazione bidirezionale che solo la rete internet consente.

Ho apprezzato anche i punti programmatici del movimento ed il fatto che sono punti aperti ad una discussione pubblica. L’intenzione è quella di consentire a tutti coloro che si iscrivono di votare le proposte che poi diventano parte fondante del programma del movimento.

Non si è mai parlato di partito, questo perché non penso sia intenzione di Grillo fondare un partito in contrapposizione agli altri partiti. Piuttosto il movimento appoggerà in modo trasversale coloro che si batteranno per rendere effettive le proposte del movimento.

Non nascondo che a volte sia sembrato utopistico ed esagerato nel suo modo di esternare ma questo è comune a tutti coloro che destreggiano l’arte oratoria. D’altra parte il movimento non è un fuoco di paglia visti i risultati che ha già conseguito (ad esempio l’appoggio ad Alfano e De Magistris).

Quello che sinceramente ancora manca è una visione nazionale. Tutti i punti sono condivisibili ma poco o nulla si dice ad esempio sulla politica industriale o sulla politica estera.

In pratica il movimento si fa portavoce di alcune istanze importanti (ad esempio sulla moralizzazione della politica) ma stenta ad affrontare problemi difficili. Ad esempio si fa portavoce di una decrescita a favore della salvaguardia dell’ambiente (che personalmente condivido se parallelamente si sposa con il miglioramento della qualità della vita) ma non tocca minimamente l’eventuale impatto che può avere sull’occupazione.

Ho visto anche il filmato finale dove alcuni importanti economisti spiegano quali scelte di politica energetica andrebbe attuate. Sono rimasto affascinato dal fatto che sembrano realmente scelte obbligate ma quello che mi ha lasciato sconcertato è la rapidità con la quale dovremmo adottarle. Quindi non ci sono alternative: o questi signori sono degli invasati oppure il tempo è scaduto, stiamo già precipitando e semplicemente non ce ne siamo ancora accorti.

Se ne esce con l’amara sensazione che non ci saranno mai grandi annunci a livello politico dove si dirà che la festa è finita. Semplicemente la festa finirà e più o meno violentemente ognuno si adatterà. Se gli stati reggeranno allora l’adattamento avverrà in pace altrimenti nel caso di fallimento gli stati lasceranno sul campo più macerie del necessario.

Penso comunque che il movimento dovrà darsi delle priorità e che dovrà elaborare una strategia in base alla proprio visione del futuro. Se i problemi planetari sono impellenti forse la controriforma della scuola può passare anche in secondo piano. Insomma non si possono sentire studiosi che dicono che tutto si deciderà nei prossimi 15 anni e poi discutere della riforma del referendum: se fra 15 anni cade il mondo magari il referendum non servirà più…

A tutti noi il compito di capire, ascoltare, farsi un’idea ed agire di conseguenza.

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